Come fare la defiscalizzazione del registratore di cassa?

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Defiscalizzazione registratore di cassa 2021

Non tutti hanno la fortuna di condurre un’attività florida, in grado di resistere agilmente alle enormi difficoltà finanziarie che, oggigiorno, interessano un numero ampio di piccoli e medi imprenditori.

Quando ciò accade, ossia quando un’attività va incontro ai primi problemi finanziari, si corre il rischio di dover chiudere la propria impresa. Si tratta di un’eventualità nefasta, ma più comune di quanto si creda.

Al di là degli oneri burocratici, gli impresari dovranno rispettare una serie di procedure obbligatorie, a partire dalla defiscalizzazione del registratore di cassa.

La defiscalizzazione è una procedura standard, obbligatoria e, pertanto, soggetta a multe in caso di mancata esecuzione.

L’operazione viene svolta da uno specialista, generalmente un tecnico apposito. Può essere effettuata dalla stessa ditta che, in principio, si è occupata della vendita del dispositivo, per poi contattare l’Agenzia delle Entrate e comunicare l’avvenuto svolgimento della procedura.

Ma qual è il fine ultimo della defiscalizzazione? Per quale motivo l’operazione si rende obbligatoria? Approfondiamo le questioni nel dettaglio, soffermandoci anche sull’entità delle sanzioni pecuniarie previste dalla legge.

registratore di cassa

Defiscalizzazione: la procedura nel dettaglio

La defiscalizzazione andrà effettuata nel momento in cui un’attività si avvia alla chiusura. Si tratta di un’operazione logica: defiscalizzando il proprio registratore di cassa, quest’ultimo non potrà più emettere gli scontrini.

In sostanza, la defiscalizzazione è una procedura per dichiarare all’Agenzia delle Entrate che un’attività è stata chiusa.

Ma chi si occupa della defiscalizzazione? E come procedere per evitare intoppi o falle burocratiche?

Come anticipato in precedenza, la defiscalizzazione dev’essere effettuata da un tecnico apposito. L’operazione è anche nota come “piombatura”, ed è realizzabile – a discrezione del titolare dell’attività – nel luogo in cui il registratore è installato.

Tuttavia, non si esclude la possibilità di inoltrare il dispositivo presso il laboratorio dell’azienda interessata.

In entrambi i casi, le operazioni verranno svolte come da prassi, facendo sì che il registratore divenga utilizzabile ai fini della fiscalizzazione.

Il titolare dell’impresa potrà contattare l’azienda che si è occupata della vendita, anni o mesi addietro, del registratore utilizzato dall’attività per l’emissione degli scontrini.

Va precisato che, prima di procedere con la defiscalizzazione, il titolare dell’impresa è tenuto a effettuare una raccolta di tutti quei dati che, a fini burocratici, torneranno utili per questioni finanziarie, con riferimento alla comunicazione della chiusura dell’attività.

Il completamento della procedura e le sanzioni per l'omissione della stessa

Al termine della raccolta dei dati, il tecnico potrà procedere con il blocco del registratore. A questo seguirà la sigillatura, segno effettivo che l’attività oggetto dell’operazione è definitivamente impossibilitata a emettere scontrini.

Terminate anche le procedure citate, andrà effettuata una comunicazione – obbligatoria e per via telematica – all’Agenzia delle Entrate.

Va specificato che, a fini di controlli di natura fiscale, il registratore (pur se dismesso) andrà conservato per 10 anni, e con esso le scritture contabili.

Ma cosa accade a coloro che non procedono con la defiscalizzazione?

L’omissione dell’adempimento, ai sensi dell’articolo 11 Comma 1 del Decreto Legislativo n. 471/97, comporta sanzioni che vanno da 250 a 2.000€.

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